Una delle scoperte più belle dell’infanzia è la gomma da cancellare. Come mi piaceva vedere l’abilità degli adulti nell’impugnare questo impasto magico per ridurre in briciole gli errori sul quaderno. Bisognava aver scritto a matita, chiaro, ai miei tempi non erano ancora state inventate tante diavolerie come i fragranti bianchetti e le tristi striscioline bianche, tipo cerotto sulla bua, beniamini delle segretarie condannate alla macchina da scrivere e di commercialisti truffaldini. Mi domandavo se il progresso non può arrivare a inventare un’enorme gomma pane con cui cancellare tutto quello che non va. Io ne approfitterei senz’altro per cancellare, così, di primo acchito, le seguenti cose:
– Cancellerei la faccia di Mariano Rajoy; ormai è decisamente fuori corso. In effetti ultimamente, dalla strizza di dover dichiarare almeno qualcosa, dopo esser sfuggito per mesi a dichiarazioni pubbliche di qualsivoglia tipo, gli si è come raggrumata al centro. Il fenomeno si è reso visibile nella sua interezza quando un giornalista romeno gli ha chiesto un’opinione in merito alle bustarellone che Barcenas dichiara di aver versato a lui e a tutti i suoi compagni di merenda. C’è stato un attimo in cui occhi, naso e bocca si sono raggrinziti al centro creando un effetto cratere che potremmo denominare “La Caldera de San Mariano”; in futuro si organizzeranno escursioni a un modico prezzo.
– Cancellerei la Maria Dolores de Cospedal. Quanti Dolores ci hai inflitto, cara Maria. Ti hanno mandata al fronte come un buon soldatino a tappare la tracimazione della fogna con le mani, e tu, imperterrita, con il tailleurino fucsia o rosa antico, a seconda delle circostanze, hai estratto una spada che a confronto, le soldatine di Berlusconi sono delle educande. E ora cosa mi combini? Hai negato le bustarelle altrui, ma non riesci a dichiarare qualcosa di fronte alle Cortes rispetto alla bustarella che avresti intascato tu. Qui mi caschi sul pisello… e ahi que Dolores, Maria!
– Cancellerei Ana Mato; una signora che vive al di sopra delle possibilità di tutti. Una signora che non si imbroglia ad abbottonare le giacchette dei figlioli perché sono lavori da criada. Lei si limita a contemplare l’operazione mentre il petto le si gonfia d’orgoglio. Una signora il cui ex-marito prima di andare fuori corso ha smanettato qualche bustarella di troppo. Una signora che trova il tempo di fare la moralista e di escludere donne single e donne omosessuali dal diritto di inseminazione assistita dalla sanità pubblica perché, cito testualmente, la “mancanza di maschio non è una patologia”.
– Cancellerei quell’uomo italiano di 61 anni che nella canicola che glielo ammoscia, posta sul suo profilo minacce a una donna ministro di colore e che ha bisogno di questa bravata per sentire il sangue che gli scorre nelle vene, per sentire che gli si rizza ancora, per sentire che sta partecipando alla vita politica del paese, per sentirsi parte della collettività dei giusti perché bianchi e maschi.
– Cancellerei la Borsa che fa salire i titoli del Cavaliere perché “sente” che verrà assolto in appello. La Borsa, la bête humaine, mangiacadaveri del nostro secolo, tribunale super partes di fatto.
– Cancellerei le vacanze dei famosi; culi e tette svettanti, baci subacquei, coiti allusi, poppanti de luxe, bicipiti pietosi, pance, panciazze, puttanai galleggianti vari, finti segreti, finte fughe dai paparazzi.
Mi fermo qui, ma non ho certo finito. (n.z.b.)
Photo by Kelli Tungay