Un fantastico mondo gentrificato

Per ogni pensionato residente in centro città che muore, nasce un nuovo appartamento turistico

Da anni i leader populisti piangono il morto con la faccenda demografica. A loro dire, verremo soppiantati da popolazioni meno colte, dagli usi barbari ma straordinariamente prolifiche. E disegnano una società in cui “i nostri (pochi) figli”, mandati a scuola e masterizzati subiranno ogni sorta di angherie da parte di orde di pezzenti che saranno la maggioranza e pretenderanno di comandare. È facile dunque convincere le masse della necessità di respingimento sui mari. I populisti non hanno il coraggio di dirlo apertamente, ma sussurrano all’orecchio dell’elettore che un’altra via di sbocco sarebbe che la donna chinasse il capo e si rassegnasse a fare a gara con le migranti in sala parto. Se poi la donna si riconvertisse in massaia e riprendesse l’antica usanza di lavorare come una schiava per tutta la vita sostituendo donna delle pulizie, cuoca, badante, bambinaia, sarta, economista domestica, infermiera… in breve il mondo e le casse pensioni tornerebbero a sorridere.

Ora immaginiamo, in Europa, una coppia con quattro o sei figli e un solo stipendio. Immaginiamo che l’uomo, eccessivamente sotto pressione, ad un certo punto si allontani dalla famiglia e se ne torni a fare il metrosessuale, magari condividendo l’appartamento con altri divorziati in centro città, così dopo la palestra può andare a “fare l’aperitivo” con gli amici o la fiammante conquista su Tinder. Ma possiamo benissimo anche far restare l’uomo in questione con la moglie e vederlo sgobbare giorno dopo giorno per alimentare le sei-otto bocche familiari. Quale padrone di casa affitterebbe un appartamento a questa famiglia?

C’è poi il caso dei mammoni, choosy, bamboccioni di Forneriana memoria. Perché non escono di casa? Ed ecco che fior di opinionisti si lanciano a disegnare il profilo del “tipico maschio italiano appiccicato alla gonna della mamma” (non si contempla una figura di choosy femminile, stranamente). Ipotesi che si rifà al medesimo folclore della pizza e il mandolino (con sottofondo della sparatoria da faida famigliare). È vero che mamma stira le magliette e non ti fa mai mancare un piatto di pasta sul desco, ma è anche vero che senza un contratto a tempo indeterminato il mutuo o un contratto d’affitto si profilano un po’ come la visione della Madonna di Međugorje: se ne parla tanto, ma solo per sentito dire.

Barcellona 2023. Ma potrebbe essere Londra, Venezia o Buenos Aires. Ti affacci alla finestra e non vedi altro che gru all’orizzonte. Tutta costruzione privata. Cammini per strada tra turisti ilari ed estasiati dalle meraviglie del Gaudì. Studenti di ogni dove pubblicano in Instagram gli stupendi paesaggi che si vedono da uno sgabuzzino che hanno affittato a prezzo d’oro, ma che tanto pagano una mamma e un papà lontani e ignari che i loro figli dormono in quello che una volta era il ripostiglio. Quest’ultima “crisi” ha portato gli affitti oltre le stelle, diciamo direttamente ad altre galassie. Gli annunci immobiliari continuano a sbatterti in faccia l’offerta di “alto standing”, definizione che dovrebbe stuzzicare l’inquilino ambizioso, ma che nel sottotesto fa appello ai figli degli oligarchi. Intanto, i figli della gente che vive da sempre nel cuore della città si sono spostati tutti nelle località limitrofe, a condividere appartamenti con altri precari in attesa del famoso contratto a tempo indeterminato. Il fatto è che per ogni pensionato residente in centro città che muore, nasce un nuovo appartamento turistico.

Nel lontano 2002, quando ho stipulato il primo contratto d’affitto, non avevo ancora un contratto di lavoro serio. L’agente immobiliare e il padrone di casa si sono fidati quasi di una promessa. Gli è andata bene e hanno persino pianto quando me ne sono andata. L’altro giorno sono andata a vedere un appartamento: 40 metri quadrati ristrutturati, terzo piano senza ascensore con scala ripida e stretta, abbassato a 1090 Euro dopo essere stato pubblicato a 1175 Euro al mese. Mi hanno fatto capire che si sarebbero fidati dopo aver visto la dichiarazione dei redditi (e va bene) e sulla base della continuità di pagamento che ho dimostrato. Per entrare in quell’appartamento, tra anticipi, depositi e tangenti all’agenzia ci vogliono circa 5.000 Euro. Nei 44 metri quadrati ci sarebbero state due camere, in quella “singola” entrava solo il letto, il comodino no perché altrimenti avresti dovuto rinunciare ad aprire la finestra.

Ormai l’affitto di appartamenti ai turisti ha preso il sopravvento. Il moderno turismo a tutti i costi è una ruota famelica che ha illuso il popolino con il miraggio di una vita da “nomade digitale” o “cittadino del mondo” le cui avventure su Instagram coltivano le frustrazioni di chi non arriva a fine mese, o vive della pensione dei genitori. È meraviglioso vedere come il popolo di migranti ricchi esprime i crucci per il cambiamento climatico, ma intanto non fa altro che salire e scendere dagli aerei. I loro coetanei meno fortunati, intanto, sgranano le ore della loro vita su treni locali, tram e autobus per raggiungere il posto di lavoro e servirgli la birra; a fine turno, la città li risputa in dormitori sempre più lontani, costosi e affollati. (n.z.b.)

Foto di copertina: Nadia Zamboni Battiston, Barcellona immobiliare con arcobaleno, aprile 2022.

Testi: Nadia Zamboni Battiston/Acid Valley Press

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