Pennini mozzi

Ma pare che sia colpa delle femministe

Per mia fortuna sono pochi i comportamenti vessatori di cui sono stata testimone e quasi sempre di mezzo c’erano festa, alcol in abbondanza e una certa stanchezza che rende irritabili le persone. La peggiore nella mia classifica personale è senz’altro una certa discussione coniugale degenerata in percosse in pubblico senza che nessuno reagisse in alcun modo. Stiamo parlando di un raduno degli alpini in quel di Treviso una vita fa, il primo e l’ultimo da me presenziato. L’idea era fare una passeggiata per curiosare e magari farsi quattro risate. Va detto che l’elevato grado etilico stava facendo un buon lavoro e che la percentuale di dignità personali calpestate e abbandonate raggiungeva sicuramente il 98%. Passammo nella vineria della mamma di un’amica, che straripava di gente stravolta, tra cui un signorone -si fa per dire- friulano attempato e dagli occhi di ghiaccio che pur vedendomi in compagnia del moroso divenne piuttosto insistente con un invito “nella sua tenda”, forse memore di qualche campagna di guerra in cui era stato sciupafemmine. Non saprei dire se quello che si vedeva per le strade fosse realmente divertente, magari io avevo dei pregiudizi. In Veneto e Friuli chiunque è al corrente che vino e grappa sono i carburanti preferiti delle gloriose penne tant’è vero che i trevigiani credo fossero tutti andati in villeggiatura. Purtroppo andammo a sederci in uno stand-birreria dove la bolgia stava compiendo un giro di boa verso quella tipica deriva che disinibisce nel bene e nel male. Ad un certo punto una coppia attira la mia attenzione. Non so cosa la donna stesse chiedendo all’uomo, fatto sta che lui si gira e la schiaffeggia direttamente. Lei si siede con uno sguardo perso nel vuoto che non ho più dimenticato e lui la percuote nuovamente in testa. Non serve descrivere altro. La scena si ripetè almeno quattro volte e solo un alpino seduto a un tavolo lanciò il contenuto del boccale di birra contro l’uomo con fare quasi scherzoso e senza prendere apertamente le difese della donna. Nessuno tra tutti i valorosi presenti ebbe l’ardore di misurarsi con la feccia umana dallo schiaffo facile.

Come mai si parla solo da Rimini in poi degli effetti collaterali dei raduni degli alpini? Sinceramente mi meraviglio che ci si meravigli. C’è forse da stupirsi che una rimpatriata gigantesca in cui il vino la fa da padrone non incoraggi il comportamento da branco? Una delle spiegazioni che va per la maggiore è che finora non ci sono state denunce e che in definitiva, le lamentele di Rimini sono poche e circoscritte (“solo” 160). E poi viene lui, il Sior Sindaco di Trieste che oltre a definire “gentaglia” NonUnaDiMeno, asserisce con una certa sicumera di sapere lui qual è la differenza tra uno stupro e un apprezzamento. Certamente lui, come uomo, è nella migliore delle posizioni per spiegare a una donna come ci si sente a essere trattate come carne da palpeggio. Il fioretto finale del “siamo maschi” non poteva mancare, chiaramente. Ho un paio di brutte notizie per lui e la prima non è il fatto che esistano le femministe -suo cruccio personale- ma che le donne hanno cominciato già da un bel po’ a sentirsi cittadini con il diritto di libera circolazione; l’altra notizia è che un certo modo essere maschio, o di essere alpino, son destinati a perire e non per un subitaneo attacco delle Femen, ma per un ricambio generazionale che farà passare a miglior vita la tolleranza passiva di certi comportamenti con la scusa che dopo le imprese eroiche al fronte fosse giusto allungare le mani e le parole a destra e a manca.

Mettiamola così Sior Sindaco, se Lei un giorno torna stanco dal Consiglio Comunale che si è protratto fino a notte fonda per l’appalto del rinnovo del sistema fognario del Comune e mi attraversa una piazza straripante di tifosi che festeggiano la vittoria di una squadra verso la quale Lei sente avversione e i festanti bloccano la sua automobile, la costringono a scendere, le rivolgono epiteti di vario tipo e magari qualche mano non troppo morta si avventura tra le sue intimità, con la scusa che siccome stanno facendo festa loro, tutti si devono sentire felici in egual misura, Lei non si sentirebbe un tantino abusato? Vediamo se così Lei e tutti quelli che come Lei minimizzano da sempre capiscono meglio il concetto che gli apprezzamenti non richiesti sono infallibilmente sgraditi. (n.z.b.)

Photo by Daniel Olah on Unsplash

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