L’esercito di militi ignote si scontra con il fallo infelice di Vespa
Con gli anni la mascella di Bruno Vespa si è fatta più rigida e l’angolazione del labbro ha accentuato il proprio design a U capovolta. A contrasto, l’architettura del naso, il ciglio arcuato e la fissità dello sguardo conferiscono da sempre al Nostro un’espressione di implicito rimprovero diretto all’interlocutore o, in assenza di esso, al telespettatore, concepito in ogni caso come il recipiente di dotti insegnamenti esposti con l’ausilio di bacchetta e un offensivo schemino o plastico, a seconda dei casi. Ricordato per svariati canti a cappella, si cita tra i tanti l’accorata difesa di Belen ai tempi in cui le farfalle volavano sui piatti delle cene eleganti e sulle pudende della suddetta a Sanremo.
Non so quali sorprese si aspettino i fedeli telespettatori dalle sue prime serate in TV, tanti sono gli anni che questo Chantecler della destra staziona imperterrito sulla sua poltrona allo scopo di divulgare le segrete bellezze del pensiero conservatore. Lui invece sapeva perfettamente qual era il colpo d’effetto che avrebbe segnato una svolta nell’intervista alla signora maltrattata dal marito e, ahimè, non ancora morta. Anticipatamente compiaciuto del botto che la presenza di una vittima avrebbe certamente provocato sugli indici d’ascolto, nonché scaltro e avvezzo al palinsesto, escogitava una successione di affermazioni volte a suscitare solidarietà per poi condurre per manina l’opinione pubblica al ricollocamento della vittima in un ambito accettabile per l’uomo qualunque. Dunque al novantesimo minuto il Nostro, dopo un dribbling degno del miglior Maradona commette un fallo sospettosamente pacchiano: scoprendo incisivi e canini butta lì che alla fin fine l’aguzzino non è tra i peggiori dato che non ha ucciso, pur avendone la possibilità.
Il botto c’è stato e mi vien da credere che il Bruno nazionale l’avesse previsto. Parto dalla fine: se avesse proprio voluto, ti avrebbe uccisa. Che bel modo di confortare chiunque sia coinvolto in storie di abusi, che signorilità in questa dichiarazione implicita di impotenza di forze dell’ordine, istituzioni, servizi sociali, familiari o amici. Si trasmette qui il messaggio che amplifica la solitudine della donna e dei bambini maltrattati. Pertanto questa affermazione si situa come una constatazione di fatto: è inutile che denunciate, fate solo perdere tempo alla gente e poi non ci sono soldi per starvi dietro.
Il secondo innegabile assioma dell’infelice fallo di Vespa è: ma sei proprio sicura che valga la pena di venire qui visto che mi parli di acqua passata? Il buon uomo smania infatti per l’intervista post-mortem, quello si che sarebbe un botto! Infine che ce ne facciamo di una signora tutta d’un pezzo, senza lividi e coraggiosa al punto di umiliarsi pubblicamente con la descrizione del più squallido degli scenari familiari? Una morta parlante, magari con l’intercessione di un medium, ecco il sogno segreto del Nostro, ecco la certezza assoluta che si stia parlando con una vittima! Cosa c’è di meglio di un’ammazzatina e conseguente cadaverino ricomposto, vestito da sposa, con tanto di bara bianca e codazzo di parenti urlanti vendetta? Vuoi mettere il piacere di angelicare la vittima a posteriori secondo il tabù che non si parla male dei morti? Eh sì, perché mentre sei viva possono sempre reperire quella pigolata, quel post in Facebook, quel messaggino in cui era leggibile una virgola di lussuria, o un accenno di gioia di vivere usabili per scagionare stupratori e maltrattanti. Siamo ancora e sempre prepotentemente fermi alla stazione che inneggia alla povera Maria Goretti, della cui statura morale nessuno dubita ma che divenne santa proprio perché morta.
Ora Vespa ne fa una questione di percentuali: mi crocifiggete per una frase! Signore mio, Lei comunicatore nato dovrebbe ben sapere quanto pesano le parole. Per usare una spiacevole metafora è come se le fosse scappata la pipì in pubblico. Non può non sapere che il Verbo da lei propinato attraverso le reti nazionali è destinato all’irrigazione di un elevato numero di teste superficiali che bramano di veder confermato il pensiero di sempre, senza tanti giri di parole che fan perdere tempo e basta. Mi domando se Lei, esponente della vecchia guardia, quella dei benpensanti con solido misto mare tra religione e politica, ci si ritrovi nel vento politico che spira di recente. So che Lei non è fatto della stessa Pasta del Capitano che urla e strepita stereotipi mietendo consensi tra menti sbrigative, non mi negherà però che il primate della Lega stesse e stia comunque tirando acqua al suo stesso mulino.
Or Lei obietta che la signora e relativo avvocato l’hanno ringraziata per l’intervista. Non si illuda, questa è solo l’ennesima dimostrazione di quanto distanti siano il Suo personale universo e quello della gente reale, un universo quest’ultimo in cui le percosse sono assolutamente tangibili. Se vuole glielo traduco: mentre Lei crede di aver fatto un paterno favore alla vittima e presume di “aver messo le cose a posto” ricollocandola, col suo deliberato fallo, in serie B (in quanto vivente), la signora semplicemente la ringrazia pensando che rispetto al niente, anche se per ragioni Sue -con cui gli indici d’ascolto hanno molto a che vedere- Lei ha pure sempre acceso un riflettore sull’esercito silenzioso di militi ignote che vanno in trincea tutti i giorni contro le squadracce di aguzzini e increduli collusi. (n.z.b.)
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